Stupro di Pizzoli:
Il militare irpino sarà difeso dall’ Avvocato Alberico Villani
Martedi avrà luogo l'interrogatorio di garanzia del militare 21enne di Montefredane, accusato di tentato omicidio e violenza sessuale ed arrestato nell'ambito dell'inchiesta sullo stupro di una studentessa di 20enne di Tivoli. L'episodio sarebbe avvenuto al di fuori di una discoteca a Pizzoli (L'Aquila), nella notte tra l'11 e il 12 febbraio scorsi. Il giovane, assistito dall'avvocato Alberico Villani, del Foro di Avellino, e' finito in manette dopo 12 giorni di indagini serrate, portate avanti dai carabinieri del comando provinciale dell'Aquila che lo hanno prelevato all'interno della caserma del 33/Esimo Reggimento di artiglieria terrestre "Acqui" dell'Aquila. Da alcuni giorni il giovane militare, volontario in ferma breve, si trova nel carcere "Castrogno" a Teramo in cui si trova un'area dedicata ai detenuti per crimini a sfondo sessuale. Ad inchiodare l'arrestato, che e' stato sospeso cautelativamente dal servizio, le tracce di sangue trovate sulla camicia, su una mano e su un braccialetto. Secondo i Ris di Roma il sangue e' della giovane studentessa dell'università dell'Aquila. Il ventenne ha sempre sostenuto che l'universitaria era consenziente.
Alberico Villani, avvocato del giovane militare irpino, ha già reso noti i capisaldi della sua difesa: “I fatti – ha dichiarato al portale Abruzzoweb – sono avvenuti fuori dalla discoteca, i due giovani si sono conosciuti dentro, qualche atto amoroso è cominciato all’interno ed è proseguito e culminato fuori. E’ stato un rapporto consensuale consenziente, non c’è stata nessuna violenza. Inoltre le gravi lesioni accertate sul corpo della ragazza non sono state provocate da un atto sessuale non voluto, non è stata costretta. Nell’ambito dell’atto sessuale è capitato accidentalmente che ci sono state ferite, potrebbe essere una pratica sessuale andata al di là delle intenzioni, e quindi un fatto accidentale. Saranno i medici a stabilirlo comunque, il problema nel processo è stabilire, ancorchè ci sia stato un atto sessuale, se questo era voluto o no. E quindi se c’è stata una volontarietà di lesioni finalizzata ad un atto sessuale” e chiarisce che, nonostante il massimo rispetto per il trauma subito dalla giovane, “a favore del militare c’è il fatto che la ragazza ha parlato con tutti fuorché con gli inquirenti, naturalmente è più facile parlare con la madre. Dovrà spiegare – ha continuato – perché è uscita fuori dal locale con il freddo e la neve insieme al suo giovane coetaneo”. Secondo il legale irpino non ci sarebbe stato nessun corpo estraneo nell’atto sessuale, i due giovani commilitoni e l'altra giovane indagata non sono intervenuti in nessuna fase e che il militare di Montefredane, molto impaurito, quando ha visto il sangue è rientrato nella discoteca per chiedere aiuto. Infatti, dopo aver consumato il rapporto sessuale, consenziente, non è scappato, non è fuggito, ma è ritornato all’interno del locale, non si è sottratto alle proprie responsabilità e punteremo tutto su questo punto».